Archive for gennaio 2008

Ciao ZoneX

24 gennaio 2008

C’era un geek di nome Francesco, appassionato dei computer e soprattutto del Web, che ha passato i suoi giorni a validare pagine Html, scovare bachi, proporre suggerimenti, combattere l’indifferenza alla disabilità online (e non solo). Adesso ZoneX non c’è più ma la sua battaglia resta. Da innamorato dell’informatica conosceva il mondo delle biblioteche e tra i banner del suo blog aveva inserito anche quello del CABI. Ha lasciato dei commenti su questo blog; qualche volta abbiamo conversato, chiacchierato, dibattuto – soprattutto di web semantico. Era una persona gentile. Miche Diodati gli dedica il suo ultimo libro, Accessibilità, guida completa, la cui versione elettronica è gratuitamente accessibile online.

Archivi e biblioteche ai tempi del 2.0

22 gennaio 2008

“Utenti di internet in tutto il mondo utilizzano i software sviluppati negli ultimi anni e identificati come web 2.0 e usufruiscono spesso senza porsi domande di questi servizi web innovativi. È avvenuto un salto qualitativo nelle internet technologies: c’è chi parla di rivoluzione, chi del pieno dispiegamento delle potenzialità insite nell’internet fin dalla sua origine.

Comunque sia, questo insieme di servizi, utilità, procedure di ricerca, di pubblicazione, di relazione con gli utenti e tra utenti (e molto altro ancora) chiamato web 2.0 può avere un impatto estremamente importante sul modo in cui vengono disegnati e gestiti i siti dei beni culturali e i loro servizi al pubblico. Il punto è la centralità dell’utente, il suo ruolo potenzialmente sempre più attivo nella ricerca, nella produzione e nella condivisione di risorse e contenuti.

La valutazione dei bisogni dell’utente diventa la parola chiave per la creazione dei nuovi strumenti internet. Ma che cosa implica l’assunzione reale e non retorica di questo punto di vista e l’utilizzo di tecnologie web 2.0 negli archivi e nelle biblioteche? Quale l’impatto sulle procedure consolidate, sulle pratiche professionali e sulle teorie? Possiamo valutare e ragionare su casi di studio e realizzazioni effettuate? Guardando al mondo dei media e dell’università, possiamo trovare analogie che ci aiutino a riflettere criticamente?” (dal manifesto del Convegno)

Di tutto questo parleremo con Carlo Penco, Carola Frediani e Stefano Vitali, insieme con Paola De Ferrari, in una giornata di studio organizzata a Genova dalla Biblioteca Civica Berio e dall’Archivio Storico, l’otto febbraio prossimo. Le giornate di studio saranno due: il giorno precedente, infatti, si terrà sempre a Genova la presentazione del libro Il potere degli archivi: usi del passato e difesa dei diritti nella società contemporanea. L’intento degli organizzatori è di stimolare un vero e sano dibattito sulle tematiche oggetto degli interventi, dunque… partecipate numerosi :-) !

Art for geeks

20 gennaio 2008

pensatore.jpg This is the Cult of the Week (diciamo a pari merito con la LoC su Flickr): l’arte geek di Paulthewineguy, ovvero come spiegare l’arte, via analogie, metafore, ellissi e iperboli, anche ai geek che altrimenti rischierebbero (causa eccessivo spaesamento) di non capirla.

Potete vedere le opere di Paul su Flickr (again!) in tutta la loro espressività. Io le trovo semplicemente fantastiche! Le mie preferite: l’Ultima cena (peraltro, da quando l’ho visto dal vivo, il mio quadro preferito) e il Pensatore, che dedico a tutti i lettori di questo blog.

[via Webgol]

Apertura e gestione dei dati: iniziative a confronto

10 gennaio 2008

Il problema della portabilità e dell’apertura e condivisione dei dati si fa sempre più pressante: un’azienda all’avanguardia nella gestione di sistemi (aperti) per il KM come Talis ha lavorato per Open Access Data, lodevole iniziativa che mira appunto al riutilizzo dei dati disponibili in Rete (sul blog di Science Commons il post dedicato), e lavora anche per Data Portability, altra organizzazione che si propone di fare per i dati all’incirca ciò che Google sta facendo per i widget con Open Social, ma con più libertà e consapevolezza da parte di tutti (fantastico il motto: Sharing is Caring).

D’altronde la scommessa sull’utilizzo dei dati personali e sulla loro aggregazione è quella che forse in futuro determinerà le sorti di molte aziende e venture capital: riusciremo a gestire canali integrati per tutte le informazioni che ci riguardano – dalle news alle foto, dalle mail alle conversazioni IM – come in un super-feed?

L’importanza che i dati siano portabili e condivisibili viene messa in luce da iniziative come APML, laddove il flusso di interessi (e dunque il clikstreams (o è il lifestreams?)) viene gestito proprio come si fa con i flussi di news RSS. Il problema è stato posto anche recentemente sulla lista OA-Italia da Paola Gargiulo con un commento positivamente critico in relazione alla pubblicazione del draft sul futuro del controllo bibliografico della Library of Congress. Ecco il testo quasi integrale della sua mail:

Come molti di voi già sanno, perché se ne è parlato su più liste di discussione, il gruppo di lavoro della Library of Congress sul futuro del controllo bibliografico ha elaborato uno studio (è ancora nella fase di bozza) che è stato reso pubblico alcune settimane fa affinché la comunità professionale lo commentasse. […]

Lo studio parte da alcune premesse, a mio avviso condivisibili, tra cui l’affermazione che il controllo bibliografico debba essere collaborativo, decentralizzato, internazionale e basato sul web, che la sua realizzazione preveda la collaborazione attiva degli utenti ma anche del settore privato.

Lo studio riconosce l’importanza del’interoperabilità, ma non affronta la tematica dell’open licensing e dell’accesso aperto. L’Open Knowledge Foundation si è fatta portavoce di questa esigenza chiedendo al Gruppo di lavoro della Library of Congress di includere una raccomandazione sull’accessibilità dei dati bibliografici per il loro riuso e ridistribuzione. Chi intende sostenere l’accesso aperto dei dati bibliografici, può sottoscrivere la risposta elaborata dall’Open Knowledge Foundation.

E’ fondamentale che cominciamo a responsabilizzarci rispetto all’uso che in internet si fa dei dati – di quelli che ci riguardano da vicino, cercando di gestirli in proprio piuttosto che affidarli solo alle multinazionali – e di quelli scientifici e bibliografici, che sono – o dovrebbero essere – ugualmente patrimonio comune.