Archive for febbraio 2008

Una recensione d’autrice per il secondo anno di TGL

24 febbraio 2008

352 post; 600 commenti; 32 categorie; 159 tag; 48,884 visitatori (non ho al momento un dato certo sui lettori che mi seguono attraverso i feed). Qualche numero per festeggiare il secondo compleanno di The Geek Librarian. La cosa che più mi dà soddisfazione sono i commenti: quasi doppi rispetto ai post. Questa credo sia la gioia più grande per un blogger. Certo, stare al passo con le considerazioni, le domande, le critiche e le proposte dei lettori non è sempre facile.

Soprattutto non è facile con i gentili commentatori di questo blog, che spesso sono più bravi ed esperti della sottoscritta (rileggete i commenti al post Il semantic web e la promessa dei microformati, e capirete che grande fortuna è avere un pubblico di lettori così qualificato). Infatti vorrei dedicare questo compleanno a tutte le persone che si prendono la briga di leggere e commentare i post di TGL: a loro va il mio sonoro e riconoscente G R A Z I E! :-)

In genere, in occasione degli anniversari, oltre a tirare un bilancio delle cose fatte, si fanno buoni propositi. Allora, vediamo di andare con ordine: in primis mi piacerebbe rifare la grafica del banner e dare una sistematina ai CSS. Si tratta in realtà di due cose cui ogni tanto lavoricchio (la sera, dopo la mia (super)dose quotidiana di cereali, in preda allo sconforto da ascolto di trasmissioni politiche) e spero di riuscire a concretizzare quanto prima. Poi ci sarebbe il podcast, progetto che ho cercato di coltivare ma che al momento rimane al di là delle mie possibilità. E qui mi sa che l’unica soluzione è trovare uno sponsor che mi permetta di sprigionare tutta la mia creatività (e imprenditorialità) realizzando interviste e resocontando eventi ;-)

Scrivere post in inglese permetterebbe ai miei amici che si aggrappano a Google Translate di fare un po’ meno fatica. E anche questa sarebbe cosa buona e giusta (anche se temo potrebbe alienarmi la lettura di più di un fan italico ;-) ). Diciamo che realizzare anche solo il primo di questi tre propositi, rappresenterebbe un gran bel risultato, considerando che negli ultimi tempi sono stata abbastanza sopraffatta dal lavoro in Biblioteca e dal lavoro extra.

Permettetemi però di festeggiare con una sonora auto-pacca sulle spalle, riproducendo la recensione che la cara mitica Serena Sangiorgi (bibliotecaria parmense, vice-presidente AIDA, presidente CNBA e grande amica di questo blog sin dai suoi esordi) mi ha dedicato sul numero di dicembre di Biblioteche Oggi, la rivista di riferimento dei bibliotecari italiani. Prima di lasciarvi alla lettura due considerazioni. Anzi, una considerazione e due ringraziamenti.

La lettura dell’articolo, oltre a riempirmi di gioia, mi ha fatto riflettere su alcune caratteristiche dei blog: in primis il loro rapporto con le mailing list. E’ un tema che Serena richiama e che trovo sempre più spesso espresso qua e là nella biblio-blogosfera (l’ultima volta su Amibiblioblog). Nell’ambiente dei bibliotecari italiani, quando si parla di mailing list, è d’obbligo riferirsi ad Aib-Cur, la principale lista di categoria.

Ecco, mi viene da pensare: in che rapporto stanno i blog bibliotecari (per semplicità restringo solo a questi) con le mailing list? Perché molta gente si stufa di leggere le maling list e preferisce seguire i più personalizzati ma anche più frammentari blog? E’ un senso di minore protagonismo che rende un lettore più propenso a lasciare un commento su un blog, piuttosto che in lista? O è la paura di essere ridicolizzato/avversato/aggredito – o anche solo di essere contraddetto – davanti a 5.000 iscritti? Cosa sono diventate le mailing list? Sono ancora necessarie? Raggiungono un segmento dei bibliotecari cui i blog non potranno mai arrivare? Aiutatemi, se volete, a chiarirmi le idee…

Ringraziamenti: beh, ça va sans dire, il mio grazie va a Serena, che mi ha fatto questa sorpresa in silenzio e dedizione, e che mi ha lasciato di stucco! E poi, un grazie ad Andrea Marchitelli, che è stato così gentile da acconsentire a congedare i lettori della sua rubrica proprio con una recensione sul mio blog!, e a Massimo Belotti, direttore di Biblioteche Oggi, che mi ha concesso il permesso di pubblicare integralmente il testo dell’articolo su questo blog. Ed ecco a voi… Brani da The Geek Librarian, by Serena Sangiorgi [seguendo il link potete leggere l’articolo integrale in formato pdf]
(grassetti miei)

The Geek Librarian compare sulla scena il 23 febbraio 2006, con un saluto e una bandiera: la segnalazione di un seminario italiano sulla Information Architecture i cui materiali, si sottolinea, saranno messi a disposizione in tempo reale. La caratteristica del blog creato da Bonaria Biancu infatti è l’attenzione all’aspetto tecnologico del lavoro del bibliotecario di oggi, e come tale si è guadagnato un posto di spicco nel panorama italiano. […]

The Geek Librarian riempie la nicchia dell’informazione tecnologica nel mondo dei bibliotecari italiani, senza però dimenticarne il contesto: ci troviamo infatti notizie dei più importanti o comunque notevoli eventi del settore in Italia e all’estero, discussioni di spunti teorici che provengono da altri angoli della rete, di articoli comparsi in riviste di settori collaterali, di temi che affiorano in altri blog affini. […]

Poiché il medium è messaggio, e la forma significa qualcosa anche della sostanza, non sorprende che la piattaforma scelta da Bonaria Biancu per costruire il blog sia WordPress, che si presenta più tecnologica che non ad esempio la popolare Splinder: in effetti WordPress è considerata la più stabile e sicura delle piattaforme gratuite in circolazione nella rete, ed è continuamente aggiornata e migliorata, altrettanto gratuitamente, aspetti che fanno entrambi notevole differenza rispetto ad altre […]

The Geek Librarian […] nonostante sia così chiaramente un blog tecnico, è frequentatissimo e molto conosciuto: e soprattutto, è un blog partecipato. La maggior parte dei post hanno commenti, anche parecchi, e davvero molti sono serviti a suscitare dibattiti e vere e proprie polemiche sui temi trattati: scrivono su The Geek Librarian persone della comunità bibliotecaria italiana che non si trovano da altre parti. Il confronto viene a questo punto spontaneo con quella che ne è stata per anni la fonte primaria di novità e dibattito: la lista di posta elettronica AIB-CUR, storica palestra di fronde, di sperimentalismi e anche di liti della comunità LIS italiana. Che i tempi siano cambiati nel web è sotto gli occhi di tutti e non si può negare, ma questo aspetto del cambiamento è particolarmente sensibile in chi ha seguito sin dall’inizio la diffusione dell’informazione in rete, veicolata allora esclusivamente dalla posta elettronica, attraverso il tam-tam dell’address book, e quindi dalle liste email, che davvero molto a lungo sono state la forma principale dell’aggiornamento. Oggi la stessa funzione si è trasferita nei blog, in comunità più piccole (AIB-CUR ha diverse migliaia di iscritti) e più “ritagliate” sugli interessi personali affini a pochi, ma certamente comunità più amalgamate tra loro. Anche il termine “iscritto” ad una lista “fa scuola” vecchio tipo… invece “seguo un blog” è più rilassato, tranquillo, fa intuire che si può avere ritmi blandi: non è qualcosa che ti ritrovi volente o nolente nella mailbox, ma è qualcosa che decidi tu di voler leggere.

Personalmente, ha funzionato proprio la curiosità innescata da un incontro con l’autrice alle Stelline, pochi giorni dopo la nascita di The Geek Librarian: sono andata a cercare questa novità, influenzata, lo ammetto, dai commenti negativi sulla blogosfera, e ho proprio dovuto ricredermi su questa forma di comunicazione. Ma, soprattutto, ho trovato una bella finestra sul mondo LIS a cui affacciarmi appena ho un attimo di tempo…

Serena Sangiorgi — (Courtesy of Biblioteche Oggi, Vol. XXV, n. 10, Dicembre 2007)”

Arte virtuale: Leonardo in mostra

18 febbraio 2008

Si inaugura questa sera alle 21 la mostra Leonardo e il corpo, organizzata da Istituto Pedagogico Italiano – Sede di Bolzano, Anthelios e Università di Milano-Bicocca. Dove? Ma online, naturalmente! O meglio, la mostra esiste veramente e nella first life è ospitata nelle sale espositive del Centro Trevi di Bolzano (dal 16 febbraio al 31 marzo 2008). I quadri e i disegni del genio di Vinci potranno però essere ammirati anche all’interno di un mondo virtuale, con collegamenti esplicativi e informativi a pagine web.

Se avete già navigato in Second Life, non avrete problemi a scorrere le opere nelle sale del museo online; altrimenti qualche minuto di pratica vi basterà per raggiungere una discreta capacità di movimento. E’ necessario scaricare un browser dedicato e creare un’identità al volo. Tutto molto semplice. Istruzioni dettagliate sulla pagina dedicata sul sito della mostra.

Devo dire che guardare ed esplorare le opere (viste in anteprima sabato), a una risoluzione davvero apprezzabile e con informazioni complete attingibili con un clic, è proprio una bella esperienza: per questo tutti i miei complimenti agli amici di Scuola 3D, autori della virtualizzazione della mostra.

Il Web 2.0 alla prova dei fatti su Pc Professionale

17 febbraio 2008

Nel numero di gennaio 2007, Pc Professionale ha dedicato un ampio articolo alle applicazioni più adoperate, stabili, interessanti e testate del Web 2.0. Il fenomeno non era certo agli inizi ma senz’altro si andava consolidando, ed erano perciò prospettate le soluzioni software (ma accessibili sul web) più all’avanguardia del momento.

A distanza di un anno la redazione ha deciso di riproporre i programmi o le piattaforme che durante questo periodo hanno saputo tenere botta, magari acquisendo ancora più utenti e arricchendosi di funzionalità innovative, così come i software che nell’ultimo anno sono nati o comunque si sono consolidati.

Nel novero delle ventiquattro applicazioni recensite sul numero di febbraio (attualmente in edicola) compaiono per esempio gli inossidabili Google Docs (arricchitosi recentemente del programma per la creazione di presentazioni à la Power Point), YouTube, del.icio.us, Furl e Flickr, accanto a nomi nuovi ma promettenti della scena 2.0 come l’editor di immagini Picnik o il motore di ricerca per persone Spock, o ancora Kyte, per la pubblicazione di veri e propri canali televisivi, Anobii, per il social tagging dedicato ai libri, Dapper, per la creazione di mashup attraverso un’interfaccia grafica e tanti altri programmi utili e divertenti. Il tutto, com’è nello stile di Pc Professionale, illustrato nei minimi particolari, con suggerimenti per l’uso e la fruizione delle funzionalità più complesse, immagini e box esplicativi.

Sempre all’interno dell’articolo Il Web 2.0 alla prova dei fatti potete leggere un box veramente interessante su Google Gears, uno degli ultimi nati in casa Google, ovvero un toolkit open source che permette di adoperare le applicazioni 2.0 (nativamente da fruire online) anche offline; infine, nel numero in edicola trovate anche un articolo su Google Mashup Editor (nella sezione Sviluppo) e una fantastica guida alla realizzazione di un server Linux.

Ah, dimenticavo, l’articolo sul Web 2.0 l’ho scritto io, perciò per i pomodori e soprattutto per i complimenti sapete a chi rivolgervi ;-)

Note dal convegno “Archivi e biblioteche ai tempi del web 2.0”

9 febbraio 2008

Ieri c’è stato a Genova il convegno sugli archivi e le biblioteche 2.0 di cui vi avevo parlato qualche giorno fa: è stata una bellissima esperienza. Intanto c’era il sole che si stagliava sfacciatamente su un cielo nettamente azzurro. E poi la mia emozione da sera prima della partenza (dovuta al fatto di partecipare per la prima volta ad un dibattito con una giornalista, un archivista e soprattutto un filosofo!) si è stemperata grazie all’umanità e alla simpatia dei relatori e delle colleghe – tra le quali le care Paole (Ferrari e D’Arcangelo) che sono state i miei angeli custodi durante tutta la giornata.

Carola Frediani, giornalista di Totem, si è occupata nel suo intervento di mettere a fuoco i concetti del Web 2.0 a partire dalla celebre meme map, per poi passare ad esplorare Xml, folksonomy, reti sociali, mashup, e finire con esempi dalle note piattaforme del.icio.us, Flickr e Digg.

Il filosofo Carlo Penco, secondo me incredibilmente somigliante al mio amatissimo Ludwig Wittgenstein, ha introdotto elementi e pratiche di web 2.0 nell’attività didattica: all’interno dei corsi di Filosofia del Linguaggio e Semiotica presso l’Università di Genova i suoi studenti sperimentano con piattaforme di editing collaborativo la preparazione agli esami e un tipo di comunicazione accademica molto lontana dalla prassi burocratico-pedagogica tradizionale.

Il mio intervento (a brevissimo in linea disponibile su Slideshare anche per il download), partito invece da considerazioni sui mutamenti culturali e scientifici intervenuti negli ultimi dieci anni, si è articolato su library 2.0 intesa come biblioteconomia partecipativa: biblioteche su Facebook, Flickr, Second Life, LibraryThing – ovvero tutto quello che, anche con relativamente poco sforzo (ma una discreta dose di creatività e visionarietà) le biblioteche possono combinare mettendosi a sperimentare (possibilmente) insieme.

Hanno concluso l’intervento alcune ‘raccomandazioni’ intorno alla necessità, vitale per le biblioteche e i bibliotecari, di rendersi consapevoli del momento storico in cui viviamo (il mio personale motto del momento è: abbasso il purismo ;-) ), ovvero dei rischi di scomparsa e addirittura di auto-eliminazione che ci minacciano, e intorno all’importanza di costruire alleanze e lavorare insieme per compiere scelte più coerenti con la nostra lunga storia e più oculate nei confronti dei big player che in certi casi ‘assediano’ il nostro patrimonio.

E’ seguito l’ottimo intervento di Stefano Vitali, coautore, insieme con Linda Giuva e Isabella Zanni Rosiello del libro Il potere degli archivi, presentato il giorno prima allo stesso convegno. Per me è stato particolarmente interessante vedere come le sperimentazioni del 2.0 si possano applicare proficuamente all’universo degli archivi – universo del quale so purtroppo pocohissimo ma che intendo approfondire, cominciando dalla lettura del volume succitato.

Siti come Footnote, Polar Bear Expedition e soprattutto Moving here, testimoniano di un rinnovato interesse starei per dire civico verso la memoria condivisa, e in particolare verso quei pezzi di storia sociale che spesso è possibile ricostruire solo grazie alla partecipazione dei soggetti coinvolti. Il sito del governo inglese sui migranti mi è sembrato commovente nel suo tentativo di mettere insieme cocci di storie che altrimenti sarebbero inevitabilmente persi nei magazzini della Storia. Davvero un esempio di come le tecnologie aiutino nei procesi sociali e culturali oltre che in quelli strettamente professionali.

Il dibattito è stato di estremo interesse: molti hanno partecipato e tutti con domande, critiche e apprezzamenti davvero stimolanti – ringrazio tutti per lo sforzo di attenzione e partecipazione. Mi sembra significativa l’obiezione fondante di Isabella Zanni Rosiello in merito alla mutazione genetica delle biblioteche e degli archivi: dopo questa massiccia iniezione di tecnologia cosa diventeranno le nostre istituzioni? E a quali utenti si rivolgeranno? A fronte dell’incombente analfabetismo informativo, cosa diventeranno e cosa cercheranno da noi questi utenti, se non ci preoccupiamo (più) di costruire per loro una base culturale, prima che tecnologica?

Da altri partecipanti sono venute considerazioni su come utilizzare le nuove tecnologie per progetti di inclusione verso gli immigrati da realizzare nelle biblioteche e su come realizzare applicazioni 2.0 a fronte della scarsità di risorse finanziarie e professionali che affligge le nostre strutture. E poi commenti sulla necessità del ricambio generazionale, dell’utilizzo di software open source e di cercarsi uno sponsor, di rispettare l’accessibilità nelle applicazioni 2.0 e di favorire gli imprescindibili appoggi politici che ci permettano di perseguire gli obiettivi di rinnovamento.

Insomma, c’è tanta materia di riflessione e di dibattito. Secondo voi su quali di questi aspetti occorrerebbe primariamente spendersi nella nostra attività di professionisti dell’informazione?

[11.02.2008 — h. 21,30]

Accolgo volentieri un suggerimento di Marco Dal Pozzo e inserisco direttamente in questo post le slide dell’intervento.