Brutte notizie: leggo da Michael Casey che su Wikipedia vi è proposta di deletion della entry library 2.0! Le motivazioni per eliminare la pagina fondano sostanzialmente sulla provenienza del termine (partorito in un blog – orrore! e, soprattutto: quale stranezza! Quante entry di Wikipedia sono nate da blog/ger?) e sulla mancanza di accordo tra gli utenti di Wikipedia in merito all’accettazione, ancora per molti versi discussa, dei concetti che questo sottende. Per fortuna ad oggi le volontà di conservare il vocabolo prevalgono, ma è pur vero che la policy di Wikipedia non prevede un criterio maggioritario ma di merito per la conferma di una entry…
Che dire? Dopo tanti discorsi sul significato filosofico della wikiality, questa mi sembra a dir poco una gaffe e un segno di decadenza della consensus reality. Trovo incredibile in particolare l’obiezione secondo la quale library 2.0 sia un neologismo che non raccoglie l’unanime consenso della comunità dei wikipedian: come molti commentatori hanno rilevato, il termine è ormai largamente adoperato dalla letteratura biblioteconomica internazionale, e il suo essere nuovo non implica necessariamente che sia poco significativo o rappresentativo.
Inoltre, è vero che i concetti dietro library 2.0 sono ancora in discussione, ma questo dipende dalla continua evoluzione e quindi dalla progressiva messa a fuoco delle pratiche che definiscono la 2.0ness e tutte le sue proteiformi applicazioni… L’essere un concetto dibattuto mi pare decisamente indice di vitalità (e di ricerca, di tensione alla scientificità)! E’ per questo, d’altronde che – altro appunto che è stato mosso – la L2 è stata molto discussa e dissezionata sui blog – strumenti, questi ultimi, che meglio di altri consentono di svolgere riflessioni in maniera dinamica e informale, e al contempo di raggiungere sintesi provvisorie, sì, ma condivise…
Library 2.0 è un concetto bottom-up, nato dall’esigenza di sistematizzare consapevolezze e riflessioni sull’evoluzione della biblioteconomia nel suo momento di attraversamento del 2.0; ha dato vita ad un dibattito originale, ricco, appassionante, che ha coinvolto centinaia di persone (bibliotecari, utenti, stakeholder) nella ricerca di un percorso volto all’avanzamento teorico-professionale e al miglioramento della prassi bibliotecaria.
Se davvero gli eliminatori dovessero prevalere, sarebbe un brutto segno non solo per i librarian 2.0 ma per il futuro della stessa Wikipedia: nata per raccogliere le sollecitazioni e gli impulsi più visionari del popolo della rete, si avvierebbe davvero a diventare la cenerentola delle enciclopedie.
(Intanto noto che dalle prime 5 pagine di Google – non ho indagato oltre – il risultato L2 su Wikipedia è già scomparso…)