Archive for settembre 2007

Di ritorno da Innsbruck… e alcune novità

30 settembre 2007

Eccomi di ritorno da Innsbruck e dal convegno Die Lernende Bibliothek. In questa domenica lavorativa (ormai c’ho fatto l’abitudine ;-) posso solo dire che è stata un’esperienza molto interessante ed è stato come al solito molto bello conoscere colleghi che vivono e lavorano in realtà (a volte molto) diverse dalla mia.

Inoltre è stata la prima volta che ho avuto contatti con l’area austro-tedesca e mi è piaciuto avere la possibilità di osservare l’atteggiamento con cui in Svizzera, Austria e Germania ci si rapporta con le questioni legate alla information literacy e alla formazione dell’utenza.

Il mio intervento era, insieme a quello dell’ottimo Mark Buzinkay che mi ha preceduto, dedicato alla biblioteca 2.0 e ai suoi risvolti di learning library. Dopo di me un altro collega ha esposto nel dettaglio le modalità di impiego dei social software nelle biblioteche e il dibattito che si è sviluppato intorno a queste tematiche è stato di interesse (spero) collettivo.

Le due domande che dal pubblico mi sono state rivolte, sono significative: Aldo Pirola, direttore della Biblioteca Queriniana di Brescia (fantastico bibliotecario e gentleman d’altri tempi!), ha posto il problema della preservazione dei dati digitali e di tutte le forme – spesso piuttosto instabili e volatili – della creazione collaborativa di conoscenza del web 2.0.

Un collega tedesco di cui non ricordo il nome, invece, ha condiviso la mia spassionata ammirazione del libro Everything is miscellaneous (e del suo autore, David Weinberger, cui il mio intervento è dedicato) ed ha però posto l’attenzione sulla necessità di non buttare necessariamente dietro le spalle i contenuti e i servizi del primo web solo perché magari, come dire, sono passati un po’ di moda…

Spero di pubblicare a brevissimo l’intervento online – attendo prima che le colleghe di Innsbruck lo mettano sul sito del Convegno: ho bisogno del vostro parere, naturalmente! E a breve posterò anche le foto. Eccole qua!

Intanto qualche novità: il 3 e 4 ottobre si terrà a Milano, presso le Stelline, un evento sulla Academic Library 2.0 organizzato da Burioni: vi invito caldamente a partecipare dal momento che entrambi i relatori sono di ottimo livello!

Un grazie a Shaitan, che mi aggiorna sull’evoluzione di Scriblio, l’OPAC per biblioteche interamente basato sulla piattaforma WordPress (quella che uso anch’io per questo blog). Restando in tema: WordPress ha rilasciato la feature che permette di associare i tag, oltre che le categorie, ai singoli post, dunque da oggi via alla foga categorizzatrice ;-) (ma troverò presto il modo di razionalizzarli – rendere ricercabili i post anche per tag o qualcosa di simile…)

Ebook: i big scendono in campo

6 settembre 2007

In sequenza del tutto casuale vengono fuori, dopo l’ultimo post, tre importanti sviluppi dedicati ai libri elettronici che non possono attendere la turnazione di argomenti che talvolta mi illudo di poter dare a questo blog ;-). Nell’articolo Envisioning the next chapter for electronic books il NYT ci racconta che Amazon ha (quasi) lanciato il suo Kindle: lettore di ebook che promette di fare meraviglie e soprattutto di dare una scossa ad un segmento del mercato editoriale mai veramente decollato.

Sarà il numero di libri che il lettore permette di portare con sé, la chiave del successo di Kindle? Oppure è il modem che gli acquirenti porteranno a casa ben impacchettato nel device? Modem che permetterà di connettersi ad Amazon, acquistare libri, leggere news nei feed, dare una scorsa ai quotidiani. Eh già, la connessione alla Rete, ciò che secondo il NYT è mancato ai dispositivi che da anni cercano di conquistare un mercato finora rivelatosi ostico e scivoloso. Per il resto una sorta di ITunes dedicato ai libri: formato proprietario, connessione e downolad (d)al sito della casa madre.

E Google? Non sta a guardare, ovvio, e si prepara

Non potevo esimermi dall’effettuare qualche prova, e perciò posso già presentarvi la mia biblioteca monotematica di ben due libri e tutti e due sul reference ;-)! Come Google CSE, anche Google Libri consente di inserire un gruppo di ISBN e caricare libri in blocco, oltre a mostrare la biblioteca su una pagina pubblica con tanto di feed dedicati, importare ed esportare libri, scrivere recensioni, inserire punteggi e tag (e magari presto vedremo qualche funzionalità conversazionale à la Amazon, per l’appunto). Tutto da sperimentare e migliorare, ma la forza di Google qui è di legare il social tagging dei libri al suo algoritmo di ricerca e al bulk di testi digitalizzati online…

[Il lettore Kindle e la vendita dei libri da parte di Google sono stati raccontati dal New York Times e da me scoperti grazie a un messaggio sulla insostituibile mailing list Web4Lib, lista che mi ha permesso anche di apprendere delle biblioteche personali su Google Libri]

Vuoi promuovere un libro? Regalalo online!

5 settembre 2007

L’assunto: i libri elettronici non sono sostituti delle loro versioni cartacee. E’ da qui che Cory Doctorow parte per smontare l’apriori che propugna il contrario, e per dimostrare che i guadagni tratti dalle vendite delle copie cartacee sono surclassati da quelli derivanti da foreign rights deals, comic book licenses, speaking engagements, article commissions.

Cory Doctorow scrive di fantascienza e tecnologie, futuro digitale, libertà di espressione. E in questo editoriale pesca nella propria esperienza per mostrare come la pubblicazione gratuita di un libro sul web e la vendita delle sue copie cartacee non siano affatto incompatibili, anzi. Si può dire piuttosto, sfiorando il paradosso, che il megafono della Rete sia un propulsore eccezionale per il mercato editoriale tradizionale (grassetti miei):

I started giving away e-books after I witnessed the early days of the “bookwarez” scene, wherein fans cut the binding off their favorite books, scanned them, ran them through optical character recognition software, and manually proofread them to eliminate the digitization errors. These fans were easily spending 80 hours to rip their favorite books, and they were only ripping their favorite books, books they loved and wanted to share. (The 80-hour figure comes from my own attempt to do this — I’m sure that rippers get faster with practice.)

I thought to myself that 80 hours’ free promotional effort would be a good thing to have at my disposal when my books entered the market. What if I gave my readers clean, canonical electronic editions of my works, saving them the bother of ripping them, and so freed them up to promote my work to their friends?

After all, it’s not like there’s any conceivable way to stop people from putting books on scanners if they really want to. Scanners aren’t going to get more expensive or slower. The Internet isn’t going to get harder to use. Better to confront this challenge head on, turn it into an opportunity, than to rail against the future (I’m a science fiction writer — tuning into the future is supposed to be my metier).

E conclude con un peana ai Creative Commons, veri sdoganatori dei libri freakonomici :)

The timing couldn’t have been better. Just as my first novel was being published, a new, high-tech project for promoting sharing of creative works launched: the Creative Commons project (CC). CC offers a set of tools that make it easy to mark works with whatever freedoms the author wants to give away. CC launched in 2003 and today, more than 160,000,000 works have been released under its licenses.

Università, attitudini di pubblicazione e obsolescenza dei formati digitali

4 settembre 2007

Aspettando l’atteso Berlin5 un po’ di spazio all’open access… Contraddizioni, paure e spinte in avanti dell’accademia in California: da un’indagine effettuata sul corpo docente della University of California è emerso un quadro dicotomico della situazione relativa alle pubblicazioni scientifiche e alla percezione che di esse hanno i loro autori.

Da un lato i docenti e i ricercatori avvertono l’urgenza del cambiamento, constatano con preoccupazione che gli attuali mezzi di pubblicazione sono insufficienti per garantire una disseminazione efficace delle loro ricerche e dei loro studi. Dall’altro però sono legati a doppio filo alle politiche (spesso restrittive) dei grandi editori in quanto la pubblicazione tradizionale – cioè quella dell’articolo sulla rivista accreditata e peer-reviewed o della monografia presso la storica casa editrice del ramo – garantisce inequivocabilmente promozioni, cattedre, punteggi nei concorsi.

Ed emerge inoltre il timore e tremore nei confronti del copyright, visto come delicato issue da affrontare ed eventualmente contestare solo se assistiti da congrua preparazione o supporto di professionisti del settore (bibliotecari?)… E’ possibile leggere l’intero rapporto Faculty Attitudes and Behaviors Regarding Scholarly Communication: Survey Findings from the University Of California, oppure solo un pur significativo sommario. Questo il sito dell’Office of scholarly communication che ha promosso l’indagine.

Una buona notizia viene dall’Australia:

AONS pilot service launched

A beta version of the Automatic Obsolescence Notification Service (AONS) has been launched as a pilot service. The service provides support to repositories anywhere around Australia (or in fact globally) for managing format obsolescence of digital materials. Users can register with the service by providing a URL to a repository’s format scan summary. The AONS service will display the summary and allow a repository manager to compare the formats of items in their repository with nformation from format registries such as PRONOM and Library of Congress.

These registries flag any formats that are likely to become obsolete. Repository managers can then make curation decisions about any items at risk, such as upgrading their formats. By downloading and installing an AONS locally, an institution can also take advantage of a pilot risk metrics implementation. This feature requires manual data entry in order to assign weightings to particular formats to create a risk profile for each format.

Over time, by sharing this information between AONS instances it may be possible to build up accurate risk profiles for many common formats. The AONS software is the result of the AONS II project funded under APSR and developed by David Pearson, David Levy and Matthew Walker from the National Library of Australia (NLA) with an administrative user interface developed by David Berriman at ANU.

The software is able to be downloaded from Sourceforge at <http://sourceforge.net/projects/aons> and a mailing list is also available for support and feedback.

Entrambe le notizie sono riprese da due annunci (rispettivamente di John Ober e Margaret Henty) sulla mailing list SPARC Open Access Forum.