Archive for agosto 2007

Come ti personalizzo il motore di ricerca

30 agosto 2007

Grazie a un post di Carla Crivello e all’annesso commento di Serena Sangiorgi (entrambi sul network Biblioteca 2.0), ho provato l’ineffabile ebbrezza di lanciare una ricerca su motori di ricerca come Sputtr, Symbaloo e Intelways. Chiaro, non hanno inventato nulla, sfruttano semplicemente la potenza di calcolo altrui, oltre al fatto che già predecessori come A9 avevano fatto uso della ricerca integrata e personalizzata su varie fonti.

Il fatto è che questi motori non solo ripropongono con un vestito nuovo gli algoritmi dei loro fratelli maggiori, ma aggiungono quel… kind of magic. Aggregatività, collaboratività, semplicità d’uso? Diciamo un po’ di ognuna, in aggiunta a immediatezza grafica, layout amichevole e cool e possibilità di personalizzazione.

Viene da pensare: quanti aggregatori di strumenti bibliografici (cioè di database, cataloghi, riviste elettroniche etc.) possono vantare queste caratteristiche? Non voglio erigere monumenti né spacciare i succitati come i modelli vincenti: niente di più facile che nel giro di qualche mese vengano soppiantati da qualche agguerrito competitor, ma che almeno scompaiano avendoci insegnato qualcosa!

E poi, magia della disseminazione delle risorse informative, tanto per cominciare Sputtr, tra un Technorati e un Digg, ha inserito pure LibraryThing e WorldCat: We felt we should add some search functionality for our library friends. Chapeau!

La biblioteca apprende/die lernende Bibliothek

28 agosto 2007

L’information literacy (traduzione letterale: alfabetizzazione informativa, ovvero saper comprendere, valutare e usare bene le informazioni), è sempre più al centro di interessi teorici e sperimentazioni pratiche. Ormai è chiaro a tutti che senza un buon bagaglio di competenze tecniche in relazione all’uso delle informazioni – e in particolare di quelle online, le più ricche ma anche le più insidiose – non si va da nessuna parte – a livello lavorativo ma anche spesso sociale e perfino personale.

Il punto che ci interessa qui è: che ruolo hanno le biblioteche nel favorire una conoscenza non superficiale, al passo coi tempi, fruibile e spendibile dei processi di creazione, condivisione, valutazione, produzione delle informazioni? Quanto deve aver appreso una biblioteca – dunque quanto dev’essere stata prima una learning library – per poter trasmettere il proprio patrimonio informativo, e dunque farsi teaching library?

Dal 25 al 27 settembre 2007 ad Innsbruck si terrà il convegno bilingue internazionale Die Lernende Bibliothek / La biblioteca apprende. La manifestazione è dedicata per l’appunto all’argomento della Teaching Library e tratterà nuovi approcci nella mediazione di information literacy in biblioteche moderne pubbliche e scientifiche.

Gli argomenti verranno discussi in 4 sessioni:

  • Wikis, Blogging, Google & Co – Nuovi standard e la Teaching Library
  • L’abbondanza genera fastidio – La mediazione di information literacy ed il ruolo delle biblioteche
  • Nuove forme d’ apprendimento e la posizione delle biblioteche nel processo apprenditivo. Esempi pratici.
  • Istituzioni partner della Teaching Library – Modelli Best Practice.

A parte il fatto che sono onorata di essere una delle relatrici del Convegno (il mio intervento s’intitola Reti sociali e strumenti collaborativi: mediare l’informazione nell’era di Googlezon e qui potete leggerne l’abstract), mi è sembrato utile darvene notizia in considerazione dell’orientamento articolato, per così dire, che lo contraddistingue: insieme a interventi di scenario verranno proposti aspetti anche critici dell’universo informativo (l’abbondanza genera fastidio è un titolo di una onestà pregevole) e applicazioni, esperimenti realizzati e a venire, oltre che modelli teorici della biblioteca oggetto del Convegno, la biblioteca che insegna e che, insegnando, apprende.

(I’m back e) la Biblioteca di Baghdad è sotto attacco

27 agosto 2007

Vengo con il capo cosparso di cenere a farmi perdonare la prolungata assenza dovuta ad impegni di lavoro alquanto pressanti e a due settimane di ferie che mi sono concessa a ridosso di Ferragosto. La riapertura di quella fabbrica milanese che è The Geek Librarian segnerà la (ri)proposizione di alcune tematiche che mi paiono in particolare fermento.

Ho passato le due settimane di riposo a riflettere (un po’ rileggendo vecchi testi di filosofia – da Hegel a Negroponte – e un po’ propriamente ruminando) concentrandomi sulla relatività della visione: da quella storica a quella matematica (Negroponte e i suoi bit!). E mi sembra (probabilmente sotto l’influsso di tanto ponderare ;-) ) che tutte le migliori scoperte o invenzioni (anche questo potrebbe dipendere dalla visione o interpretazione della cosa) della storia umana non siano che cambiamenti di prospettiva – sintesi e al contempo astrazioni di ciò che è stato prodotto prima di esse, di meta-livello in meta-livello… Come tutto ciò si coniughi con l’argomento di questo blog che è sostanzialmente la biblioteconomia, ve lo dirò prossimamente, sul blog e magari anche in un articolo…

La ripartenza segna purtroppo un triste momento non dico per le scienze dell’informazione ma per la cultura e in definitiva per l’umanità nel suo insieme. Grazie ad alcuni messaggi passati in Aib-Cur e a informazioni fornitemi da Serena Sangiorgi, ho avuto contezza di ciò che sta avvenendo in questi giorni a Bagdad. Dal comunicato di Un ponte per del 10 agosto u.s.:

L’esercito iracheno e americano, contravvenendo a tutte le convenzioni internazionali, è entrato con la forza nella biblioteca nazionale di Baghdad facendone, di fatto, una base militare e mettendo a serissimo rischio il patrimonio librario scampato all’incendio dell’aprile 2003.

Di fronte alla resistenza del direttore e dei dipendenti della biblioteca hanno usato violenza fino a sparare alle gambe ad un bibliotecario. Al momento in cui scriviamo i soldati hanno lasciato l’edificio, ma si teme che l’occupazione possa ripetersi presto ed in qualsiasi momento.

La barbarie della violenza (al di là delle prese di posizione su ciò che era o su ciò che è diventata la guerra in Iraq) non può non far indignare e disperare tutti gli esseri umani dotati di quel minimo di ragionevolezza che serve per vivere in una società libera e civile. Per evitare di sprofondare nella retorica, riporto il sobrio e vibrante appello dell’Associazione di Documentazione AIDA:

Dichiarazione in favore della Biblioteca nazionale Irachena

Recenti notizie descrivono un quadro allarmante della situazione della Biblioteca Nazionale Irachena a Bagdad, teatro e oggetto di scontri e azioni cruente sia contro la struttura, sia contro il patrimonio librario e documentario, sia contro il personale stesso, al lavoro nonostante il perdurare degli eventi di guerra.

Il direttore, apprezzato storico curdo che si è guadagnato la stima internazionale per la sua azione continua di difesa del patrimonio nazionale in momenti così difficili, ne ha dato notizia in diretta attraverso un suo blog ospitato dalla British Library (intensamente coinvolta nel tentativo diplomatico di salvaguardia della biblioteca nazionale irachena) fino alla fine di luglio, quando le difficoltà gli sono divenute insormontabili: la lettura di quelle pagine è profondamente toccante e induce a riflettere sulla necessità di preservare, proprio in situazioni di tale emergenza, la storia di una nazione.

A partire dal rogo della biblioteca di Alessandria non si è mai smesso di insidiare le fonti della storia e della cultura durante le guerre, e il più recente esempio riguarda appena quindici anni fa la biblioteca di Sarajevo: AIDA condivide il principio etico fondamentale che sia sempre necessario salvare i libri e i documenti come memoria e radice della storia di un popolo, considerandoli un valore non soggetto a interpretazioni di parte.

In questo senso AIDA si schiera con quanti già si stanno adoperando in favore della Biblioteca Nazionale Irachena e del suo personale e sollecita una presa di posizione di tutte le istituzioni e le associazioni italiane, straniere ed internazionali, per la salvaguardia di una struttura fondamentale nella storia di quel paese, già pesantemente e irreparabilmente danneggiata dalla guerra.