Posts Tagged ‘aib’

Il web 2.0 e le biblioteche, un incontro possibile?

30 dicembre 2009

Il 15 gennaio 2010 si terrà presso la Biblioteca Universitaria di Torino, una tavola rotonda organizzata dall’A.I.B. Piemonte su biblioteche e web 2.0:

Si discute molto di web 2.0, social network, blog, piattaforme web interattive, di una rete che promuove la partecipazione attiva degli utenti alla costruzione e diffusione delle informazioni. Si tratta davvero di una nuova evoluzione del web? Quali sono le opportunità che la rete offre ai propri utenti e come usarle in biblioteca? Come vedono le biblioteche questi nuovi strumenti? Un’occasione o una nuova minaccia per il ruolo del bilbiotecario/mediatore?

Partecipano: Bonaria Biancu (Università Milano Bicocca), Andrea Marchitelli (Cilea), Rossana Morriello (Università degi studi di Udine), Eleonora Pantò (CSP Piemonte), Gino Roncaglia (Università degli studi della Tuscia). Modera: Eugenio Pintore (Settore Biblioteche e Archivi della Regione Piemonte)

***************************

Aggiornamento [17/01/2010]: ecco le slide del mio intervento:

Un corso AIB per imparare a fare Library 2.0

28 novembre 2008

Come forse alcuni lettori sanno, a breve terrò un corso sulla library 2.0 per AIB Lombardia. Dal momento che sulla pagina online del del corso non è possibile dettagliare il programma più di tanto, e dal momento che alcuni di voi mi chiedono notizie più specifiche, proverò a dare qualche informazione aggiuntiva – che spero utile e che mi rendo disponibile a sviluppare ulteriormente se ve ne fosse la necessità :-)

Il corso – che è indirizzato a bibliotecari di ogni ordine e grado, cioè universitari, pubblici, scolastici etc. – inizia con una panoramica sul mondo dell’informazione, sui trend principali della produzione e della fruizione dell’informazione/conoscenza online e sui principi del Web 2.0; si passa poi a individuare i capisaldi della library 2.0 così come si è venuta configurando negli ultimi tre anni e infine ci si immerge in una lunga carrellata che porta ad esplorare tutti i tool più significativi dell’evoluzione tecnologica in corso e che mira a mostrare in concreto quali benefici possa portare l’adozione di strumenti innovativi.

Vengono affrontate tematiche come gli UCG (User Generated Content) e la loro utilità/efficacia/criticità, il ruolo dei servizi di produzione dei contenuti multimediali e delle piattaforme di condivisione e socializzazione – e il tutto inquadrato nell’ambito delle sperimentazioni che le biblioteche in Italia e nel mondo hanno attuato. Per inciso, sia per quanto riguarda la parte più teorica che quella esemplificativa, non mancheranno spunti critici che chi segue il corso potrà poi sviluppare in autonomia.

Come tipologia di strumenti 2.0 si cerca di dare una “vista” quanto più completa possibile: per esempio sui feed RSS si spiega brevemente cosa sono e sono mostrate alcune possibilità di utilizzo per le biblioteche e/o per i bibliotecari tra quelle più fantasiose, interessanti, sostenibili etc. Si ripete ciò per tutti i tool (blog, wiki, social network, instant massaging, foto/videosharing, realtà virtuali, OPAC next-gen etc.). Infine si conclude la parte teorica con una breve analisi delle motivazioni che dovrebbero portare all’adozione degli strumenti 2.0 in biblioteca e ad una riflessione sugli obiettivi, i target, le modalità di valutazione, i costi-benefici e così via. Questa parte dura circa 4 ore.

Nel pomeriggio del primo giorno si avvia poi la parte pratica, che consiste nella presentazione di uno strumento o di una piattaforma, e nell’esercitazione conseguente da parte dei partecipanti. Al termine di ogni esercitazione c’è anche un breve momento di confronto pubblico su quello che si è appena realizzato. Questo avviene per tutti i tool su cui si decide di lavorare. Nel caso del prossimo corso AIB saranno: blog, feed, wiki, motori di ricerca personalizzati, social tagging. Naturalmente scopo del corso è fornire contenuti supplementari rispetto a quelli che un bibliotecario medio può/vuole attingere autonomamente – e così per quanto riguarda l’expertise. Dunque per ogni strumento, vengono da un lato fornite indicazioni su come usare lo strumento a livello basico, e dall’altro illustrate particolari modalità di utilizzo e feature meno conosciute, e suggeriti i programmi “di complemento” che consentono di sfruttare meglio le varie funzionalità. Naturalmente il profilo di questi “giochi” dipende dal livello medio dei partecipanti. Se nessuno per esempio ha mai aperto un blog, allora si comincia dai fondamentali; se la maggior parte lo ha già fatto, si va oltre, cercando di fare qualcosa di più particolare. In ogni caso, se c’è un pubblico eterogeneo, ognuno può lavorare in base al proprio livello di competenze e imparare a fare.

Il corso si conclude infine nel pomeriggio del secondo giorno, con una carrellata di esempi di social software non trattati in precedenza ma che possono essere adoperati in una biblioteca 2.0. A seconda del tempo che resta alla fine delle due giornate, dei social software vengono mostrate applicazioni già realizzate oppure vengono elencati insieme alle loro possibilità di utilizzo. Ai partecipanti vengono dati riferimenti, guide e sitografia su un wiki creato appositamente per il corso che potranno arricchire nel tempo come knowledge base collaborativo.

Dai feedback che ho avuto in passato, mi sentirei di dire che si tratta di un corso alla fine del quale si è imparato qualcosa e si sa fare qualcosa: si hanno le competenze per utilizzare le tecnologie e anche una consapevolezza più generale in merito a come farne un uso appropriato ed efficace. Molto di ciò che i partecipanti potranno o vorranno fare dopo dipende in larga misura anche dalla realtà in cui si troveranno ad operare, ma un buon bagaglio tecnico, tanta voglia di fare e un una media dose di creatività possono fare miracoli ;-)

54 Convegno AIB: un resoconto di Serena Sangiorgi

18 novembre 2007

Come accennato nel precedente post, alcuni giorni fa si è svolto a Firenze il cinquantaquattresimo Convegno AIB Le politiche delle biblioteche in Italia – Il sistema bibliotecario nazionale. Per motivi di lavoro non ho potuto partecipare, ma Serena Sangiorgi non solo c’è stata, ma ha pensato bene di redigere un resoconto dell’evento, in aiuto di tutti coloro che, non avendo potuto assistere dal vivo, desiderano sapere cosa è successo e cosa tanti bibliotecari tutti insieme hanno potuto architettare ;) Grazie infinite a Serena per la generosità [mi sono permessa di fare un po’ di chunking e di grassettare qua e là, sperando di non aver stravolto il senso del testo]:

E’ stato un convegno partecipato: dopo un paio di anni di scarsa affluenza, stavolta i bibliotecari presenti erano molti: in alcune sessioni non c’erano abbastanza posti a sedere per tutti. E’ stato un convegno importante per l’associazione: le modifiche allo statuto, che hanno generato ore di polemiche prima di essere approvate, danno poteri più ampi alle sezioni regionali e al collegio dei probiviri, ma soprattutto l’associazione, a causa delle recenti leggi sui profili professionali non ancora riconosciuti, è riservata alle persone fisiche, che sono le sole ad avere pieni diritti.

Le biblioteche, gli enti, le aziende sinora socio-ente sono sostituite al profilo “amici”, ad esempio senza diritto di voto in assemblea. Le quattro sessioni (Quali servizi per quali cittadini, sulle biblioteche pubbliche; I servizi bibliotecari per la didattica e la ricerca, sulle accademiche; La biblioteca scolastica e la “next generation” sulle scolastiche; Riorganizzare i servizi nazionali, a spettro più generale) erano organizzate in relazioni/interventi al mattino con dibattito aperto al pubblico, e poi in conclusioni al pomeriggio con ulteriore dibattito eventuale.

Nelle due che ho seguito (con difficoltà, ovviamente), quella sui servizi nazionali e quella sui servizi al cittadino, sono emerse alcune frasi-slogan che riassumono molto del dibattito:

  • “i servizi nazionali apparenti” di P. Traniello
  • “il NON “servizio-nazionale italiano” di A. Petrucciani
  • “le 15 mila biblioteche sono più dei comandi dei carabinieri” di L. Scala (questa intesa in senso positivo…)

La sessione plenaria conclusiva del congresso Verso un sistema bibliotecario italiano con presentazione del documento finale (che sarà a breve sul sito sito AIB), aveva rappresentanti anche del ministero, dei Comuni (ANCI) e delle province (UPI). Qui Leombroni, vice presidente AIB e responsabile del polo RAV, ha fatto una interessante riflessione sull’alternanza di 4 termini nella politica bibliotecaria, Servizio/Sistema e Nazionale/Italiano: in sostanza all’inizio si è pensato ad un Servizio Nazionale puntando più sull’aspetto pratico, ora che l’ossatura base di Indice è consolidata si rende necessario un Sistema Italiano integrato perché i servizi possano essere veramente armonizzati.

Scala ha fatto presente come le altre nazioni non spendano più di noi nel campo biblioteche, ma spendano certamente meglio; Santoro dell’ANCI ha invece ricordato come gli editori e la SIAE siano un serio problema economico, prima con la “tassa” sulle fotocopie ed ora con quella sul prestito. Ha dato un’informazione importante, poco nota: il ministero ha borsato ben 2 milioni di euro per quest’ultima, dopo aver abbandonato l’ipotesi di far pagare l’utente finale attraverso meccanismi vari.

A lavori ufficiali conclusi si è svolta infine la sessione Conservazione digitale, affollatissima nonostante l’ora, a testimoniare quanto l’argomento interessi tutti i bibliotecari italiani. Sono stati presentati progetti e attività di Fondazione Rinascimento Digitale, Cilea, Caspur e BNCF, per chiarire “a che punto siamo e cosa stiamo già facendo”.

Invece Mariella Guercio docente di archivistica all’Università di Urbino ha presentato un progetto interministeriale BNCA-MIUR per l’armonizzazione e il sostegno delle attività di conservazione digitale da parte di entrambi i ministeri, riconoscendo che entrambi si muovono in questa direzione ma che è importante siano coordinati per ottenete un risultato, appunto, NAZIONALE (da qualsiasi parte provenga). Le slides presentate si spera saranno disponibili a breve, o sul sito della fondazione www.rinascimento-digitale.it o altrove.

***************

Segnalerei due appunti tecnici a margine del convegno, due presentazioni di prodotti non ancora visti altrove.

  • Casalini Libri lancia l’approval plan integrato con Sebina: gli utilizzatori di questo diffusissimo software per gestione biblioteca (di fatto il primo in Italia) potranno impiegare meno tempo con la prassi di ordine, utilizzando una sola procedura. E’ il primo esempio in Italia di attenzione di questo tipo da parte di un distributore, e non stupisce che sia Casalini, già pioniere della fatturazione telematica negli anni ’90.
  • Dandelon.com appare sul mercato italiano, e ha scelto per il debutto proprio il convegno AIB, in cui si parla di (possibili) nuovi servizi per i cittadini, veicolati (e come potrebbe non essere così) attraverso Indice e il suo Opac. Questa compagnia tedesca offre un interessante “arricchimento collaborativo del catalogo”, attraverso una combinazione di hardware (scanner) e software (OCR e vari tools) per recuperare gli indici e i contributi contenuti, le miscellanee ecc. dei propri volumi posseduti. La differenza è proprio nel fatto che è la biblioteca stessa a decidere su quali volumi, o sezioni, o tipologie di materiali si vuole agire, sulla base delle sue esigenze interne: non si tratta di pacchetti preconfezionati di titoli ma di scelte sul campo, e sul campo possono essere lavorate: tra gli scaffali, a biblioteca aperta, o nei depositi per le sezioni storiche… I dati concorrono a formare una banca dati collettiva, senza “problematiche” per i singoli OPAC: non facile da riassumere, rimando al sito www.dandelon.com per fare qualche ricerca e, di fatto, vedere come i tools (thesauri, traduttori, ecc.) possono essere veramente interessanti.”