La Library of Congress ha introdotto indirizzi web permanenti per i record del suo catalogo (leggi la pagina delle FAQ): forse a molti lettori (non bibliotecari) di questo blog sembrerà proprio strano, ma in effetti sono molto pochi i cataloghi (OPAC – Online Public Access Catalogue (che già il nome dice tutto: come sottolinea Tim Spalding su LibraryThing, perché anteporre Public Access?)) che consentono di derivare Url stabili per i record catalografici.
Se cerco in un catalogo online di biblioteca un libro o una rivista, e voglio salvarmi la Url del record per poi andarmela a recuperare un domani (inserirla in una bibliografia, inviarla a un collega, segnalarla agli studenti, archiviarla etc.), spesso e volentieri non posso farlo, perché le Url degli Opac sono session-based e durano qualche minuto appena. Ora, senza voler approfondire qui questioni tecniche legate ai singoli Opac (leggi: ai singoli vendor dei software che stanno dietro ai cataloghi), una cosa è certa: esistono modi di evitare gli indirizzi session-based e di proporre agli utenti Url stabili. Finalmente, anche la Library of Congress (che, ovviamente, nel campo delle biblioteche, fa molta tendenza), l’ha capito (e speriamo che altri seguano!):
What are LCCN Permalinks?
LCCN Permalinks are persistent URLs for bibliographic records in the Library of Congress Online Catalog. These links are constructed using the record’s LCCN (or Library of Congress Control Number), an identifier assigned by the Library of Congress to bibliographic and authority records.
How can I use LCCN Permalinks?
LCCN Permalinks offer an easy way to cite and link to bibliographic records in the Library of Congress Online Catalog. You can use an LCCN Permalink anywhere you need to reference an LC bibliographic record — in emails, blogs, databases, web pages, digital files, etc. […]
Are LCCN Permalinks available for Library of Congress authority records?
Not at this time, but the Library is exploring options for adding this functionality.
Molto utile anche la possibilità che, attaccando alla fine della Url il tipo di output desiderato, si possa determinare il formato dei record risultanti da una ricerca:
How do I link directly to the MARCXML, MODS, or Dublin Core formats of LCCN Permalink?
LCCN Permalink provides a qualified URL syntax to support direct persistent links to MARCXML, MODS, or Dublin Core-formatted bibliographic records. The qualifier must be added to the end of the LCCN Permalink URL. For example: http://lccn.loc.gov/2003556443/mods
La questione era stata sollevata tempo fa da LibraryThing (leggere anche i commenti) e varie liste di discussione. Ancora LibraryThing aveva puntato il dito sui peccatucci di provider come Google e il suo Books Search. Poi la University of Michigan ci aveva dato un esempio pratico di come le url permanenti e in chiaro possano essere sfruttate negli stessi OPAC sia pubblicando l’indirizzo dei record sia linkando gli item di Google Books (vedi immagine del record).
Il problema di poter costruire una Url stabile per i record dei cataloghi e anche di poter determinare, altrettanto semplicemente e stabilmente, il formato di output dei record, dovrebbe essere affrontato dai vendor e dalle biblioteche che adottano i software per la creazione degli Opac.
Una spinta a queste realizzazioni potrebbe darla l’esplosione del fenomeno social bookmarking: niente di più spontaneo, ormai, che salvare una pagina web semplicemente cliccando sul bookmarklet dei vari provider (del.icio.us, Furl etc.) nel browser. WorldCat è stato uno dei primi cataloghi a valersi delle url permanenti anche per pubblicare nei suoi record comodi pulsanti per archiviare la scheda del catalogo su del.icio.us piuttosto che su Facebook (vedi immagine di un record o vai direttamente sul record). Attendiamo frotte di imitatori ;-)
Tag: cataloghi, library of congress, url, worldcat
17 febbraio 2008 alle 9:19 am
É vero che l’URL permanente per i record dei cataloghi é un problema risolto di diverse modi in ogni OPAC. E anche é vero che come sempre la LC fa il meglio. E aspetto che pronto tutti facciamo lo stesso e soprattutto che i vendor di software lo implementino.
17 febbraio 2008 alle 4:55 PM
Ciao Marina, sì, speriamo davvero che almeno questi problemi possano essere presto affrontati e risolti dai produttori di ILS – sarebbe un piccolo passo che però permetterebbe di fare grandi cose… Pensa solo se dai cataloghi potessimo avere un’uscita in Xml (o Rss e simili): sarebbe un modo di mettere le informazioni contenute in questi information silos davvero a disposizione di tutti per (ri)uso, mashup e via dicendo…
13 gennaio 2010 alle 2:17 PM
[…] Via The Geek Librarian […]