Le biblioteche hanno gestito storicamente imponenti quantità di informazioni strutturate ma non sempre sono state inclini a sfruttare questi giacimenti di dati nel modo più appropriato. L’utilizzo dei dati bibliografici così come di quelli amministrativi è spesso reso difficoltoso dalla mancanza di uniformità nei formati di rappresentazione e soprattutto dall’assenza di interfacce standard di accesso ad essi.
I mashup, una delle idee cardine del Web 2.0, con le sue diramazioni di riusabilità e manipolazione delle informazioni, costituisce un tentativo di riscatto e valorizzazione di quanto è contenuto (cioè archiviato, catalogato, classificato nonché gestito amministrativamente) nei nostri scrigni dorati. Insieme a concetti come API e web service, nell’intervento tenuto oggi presso il Seminario Cenfor, alle Stelline, ho cercato di affrontare i nodi teorici del mashup partendo dal Web 2.0 per approdare alla promessa del futuro prossimo venturo: il Web of Data.
Non perdete anche l’ottimo intervento di Virginia Gentilini, sull’attualissimo tema dell’affidabilità delle fonti online, e in particolare di quelle enciclopediche (utilissima la lettura in parallelo degli articoli di Fabio Metitieri Spiacenti, la conoscenza enciclopedica si è trasferita online e soprattutto Fonti online: dalla valutazione alla contestualizzazione, che disegna un nuovo paradigma di interpretazione e valutazione delle informazioni online, di cui è disponibile pubblicamente sul sito di Biblioteche oggi l’abstract). Gli altri interventi del Seminario Cenfor saranno resi certamente disponibili al più presto (e non mancherò di segnalarli!).